«Verissima philosophia». Analisi di Agostino, «Contra Academicos», III, 19, 42

Mercoledì 11 gennaio 2023 alle ore 10.30, nella Sala Giacon del Palazzo del Capitanio, si terrà il primo incontro del Seminario di Filosofia Medievale 2023.

L’incontro, intitolato “Verissima philosophia. Analisi di Agostino, Contra Academicos, III, 19, 42“, sarà introdotto dal prof. Giovanni Catapano (Università di Padova).

Augustinus Hipponensis, Contra Academicos, III, 19, 42, ed. T. Fuhrer, De Gruyter, Berlin 2017 (B.S.G.R. Teubneriana, 2022), p. 82; trad. G. Catapano, Bompiani, Milano 2005 (Testi a fronte, 92), pp. 289-291

 

Itaque nunc philosophos non fere videmus nisi aut Cynicos aut Peripateticos aut Platonicos, et Cynicos quidem, quia eos vitae quaedam delectat libertas atque licentia. Quod autem ad eruditionem doctrinamque attinet et mores, quibus consulitur animae – quia non defuerunt acutissimi et sollertissimi viri, qui docerent disputationibus suis Aristotelem ac Platonem ita sibi concinere, ut imperitis minusque attentis dissentire videantur –, multis quidem saeculis multisque contentionibus, sed tamen eliquata est, ut opinor, una verissimae philosophiae disciplina. Non enim est ista huius mundi philosophia, quam sacra nostra meritissime detestantur, sed alterius intellegibilis, cui animas multiformibus erroris tenebris caecatas et altissimis a corpore sordibus oblitas numquam ista ratio subtilissima revocaret, nisi summus deus populari quadam clementia divini intellectus auctoritatem usque ad ipsum corpus humanum declinaret atque summitteret, cuius non solum praeceptis sed etiam factis excitatae animae redire in semet ipsas et respicere patriam etiam sine disputationum concertatione potuissent.

 

 

Pertanto al giorno d’oggi difficilmente vediamo dei filosofi che non siano o Cinici o Peripatetici o Platonici, e i Cinici, in realtà, perché li attrae una certa libertà, anzi licenziosità di vita. Per quanto riguarda invece l’istruzione, la cultura e i costumi, con cui si ha cura dell’anima, poiché non mancarono uomini acutissimi e accortissimi a insegnare con le loro discussioni che Aristotele e Platone si accordano in maniera tale da sembrare in disaccordo agli incompetenti e ai meno attenti, è stato depurato (con molti secoli, certo, e molte dispute), io credo, un solo sistema di filosofia verissima. Essa non è infatti una filosofia di questo mondo, che i nostri testi sacri giustissimamente esecrano, ma dell’altro intelligibile, al quale però codesta ragione finissima non avrebbe mai richiamato le anime accecate dalle tenebre multiformi dell’errore e imbrattate da spessissime lordure provenienti dal corpo, se il sommo Iddio, con una specie di clemenza popolare, non avesse piegato e abbassato sino al corpo umano stesso l’autorità dell’Intelletto divino: spronate non solo dai suoi precetti ma anche dalle sue azioni, le anime avevano avuto la possibilità di tornare in loro stesse e di volgersi a guardare la patria anche senza la contesa delle discussioni.

 

 

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