L’analisi matematica del movimento e i limiti della fisica tardo-medievale

FABIO ZANIN

L’ANALISI MATEMATICA DEL MOVIMENTO E I LIMITI DELLA FISICA TARDO-MEDIEVALE

LA RICEZIONE DELLA PERSPECTIVA E DELLE CALCULATIONES ALLA FACOLTÀ DELLE ARTI DI PARIGI (1340-1350)

(Subsidia Mediaevalia Patavina, 6)

Padova: Il Poligrafo, 2004
471 pp., ISBN 88-7115-433-9


Intorno alla metà del XIV secolo il gruppo di maestri che cresce sotto la guida di Giovanni Buridano alla Facoltà delle Arti di Parigi attua una svolta nella fisica, che consiste nell’ampliamento dell’ambito del movimento sottoponibile ad analisi matematica o, in altre parole, del campo di ciò che in natura è quantificabile. Questa svolta comporta una modificazione dei principi ontologici stessi della fisica: alla sostanza mobile e agli accidenti alcuni maestri (Nicola Oresme e Alberto di Sassonia) aggiungono i modi rerum, condizioni interne agli enti naturali inseparabili da quest’ultimi. In generale, il processo di matematizzazione della fisica avviene attraverso la determinazione delle caratteristiche della materia, che da principio puramente passivo del cambiamento diventa agente parzialmente attivo dotato di dispositiones al cambiamento, e la teorizzazione di una quantificazione della potenza della forma, che possiede una forza dotata di una latitudo misurabile in linea di principio. Questa svolta nella storia del pensiero scientifico tardo-medievale è attuata dai maestri parigini integrando la teoria della multiplicatio specierum, elaborata alla fine del XIII secolo nell’ambito degli studi di ottica, col metodo delle calculationes, inventato al Merton College di Oxford nei primi decenni del Trecento. Gli allievi di Buridano aprono così una breccia nella rigida struttura del cosmo aristotelico, contraddicendo uno degli assunti basilari della scienza peripatetica del movimento: con lo sviluppo di vie di ricerca già avviate dallo Stagirita, soprattutto nei Piccoli trattati di storia naturale e nell’Anima, essi espandono il campo di applicazione dell’analisi matematica alla natura, limitando la validità del principio per cui «tutto ciò che ha un inizio deve necessariamente avere anche una fine». Attraverso questa breccia si fa strada una nuova fisica, che non si affranca del tutto dagli schemi aristotelici, ma che assume sicuramente una configurazione originale, nella quale l’infinito attuale comincia a giocare un ruolo decisivo nella comprensione del movimento.


Introduzione   9

PARTE PRIMA
Le basi concettuali: ambiti d’integrazione tra matematica e fisica e possibilità di ampliamento nel pensiero di Aristotele

CAPITOLO PRIMO
La “filosofia della matematica” di Aristotele   29

CAPITOLO SECONDO
Categorie e limiti del movimento nella fisica aristotelica   57

PARTE SECONDA
I pilastri della nuova fisica: il modello perspettivista dell’azione naturale e il metodo delle calculationes

CAPITOLO PRIMO
Il ruolo dell’ottica nel pensiero scientifico tardo-medievale: da teoria della visione a modello dell’azione naturale   95

CAPITOLO SECONDO
Il metodo delle calculationes e l’ampliamento del campo d’indagine della fisica   183

PARTE TERZA
La fisica parigina: matematizzazione del movimento e ampliamento dell’ontologia aristotelica

CAPITOLO PRIMO
La nascita e lo sviluppo della fisica parigina   273

CAPITOLO SECONDO
Species e rappresentazione della natura   341

CAPITOLO TERZO
La matematizzazione del movimento   389

Conclusioni generali   443

Bibliografia   447
Indice dei nomi   465
Indice dei manoscritti   471

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